L'elezione di Giovanni Paolo I: un dono nuovo per la chiesa e per il mondo
MERCOLEDÌ 6 SETTEMBRE 1978
LA LETTERA PASTORALE INDIRIZZATA AI FEDEL DELL'ARCIDIOCESI DI CRACOVIA
Dopo aver abbracciato il Santo Padre, la sera del 3 settembre sul sagrato della Basilica di S. Pietro, il cardinale Karol Wojtyla faceva ritorno nella sua Cracovia, dove si affrettava a scrivere al suo gregge la seguente lettera pastorale. Forse fu proprio quella sera, in cui Giovanni Paolo I dava inizio al suo (brevissimo) ministero di sa-premo pastore della Chiesa, che il cardinale disse al Papa, riferendosi alla sua recente elezione: a Ringraziamo Dio,
Il dono dell'unità nello Spirito Santo
Il 26 agosto, festa della Madonna di Jasna Góra, il Conclave dei cardinali riuniti nella Cappella Sistina ha eletto il nuovo successore di S. Pietro nella persona del cardinale Albino Luciani, Patriarca di Venezia. Egli si è scelto il nome di Giovanni Paolo I, allo scopo di evidenziare il legame particolare con i suoi eminenti predecessori: Giovanni XXIII e Paolo VI.
La notizia dell'elezione del nuovo Papa ha fatto in un lampo il giro del mondo. Essa è diventata la grande consolazione della Chiesa, rimasta or-fana dopo la morte del grande Paolo VI. In ge-nere non ci si attendeva una scelta così rapida. Si pensava piuttosto che il Conclave sarebbe durato abbastanza a lungo, tenuto conto in particolare del numero dei cardinali, che mai prima d'ora era stato così alto.
All'elezione di Giovanni Paolo I hanno preso parte 111 cardinali, rappresentanti della Chiesa universale in tutti i continenti. Il defunto Pontefice Paolo VI, allargando il Sacro Collegio fino a questo numero, voleva sottolineare ancor più la presenza della Chiesa nel mondo contemporaneo e il carattere missionario della Chiesa stessa. Voleva anche rilevare che l'elezione del Papa è un problema di tutta la Chiesa.
In occasione dell'elezione del suo successore si sono manifestati gli effetti benefici di questa decisione. Si è fatto sentire certamente anche l'influsso dei numerosi contatti dell'episcopato mondiale avvenuti attraverso il Concilio, i sinodi dei vescovi e altri incontri. Ma soprattutto si è resa visibile la grazia dello Spirito Santo, dal quale viene il dono dell'unità della Chiesa. iuesto dono dell'unità nel-lo Spirito Santo si è manifestato all'atto dell'elezione del nuovo Papa: esso è stato una consolazione e una fonte di nuova forza per tutta la Chiesa e anche per il mondo. Il mondo infatti attende dalla Chiesa l'esempio e il modello di questa unità spi-rituale, che è più forte di ogni divisione e di ogni contrasto. Di questa attesa di unità è stata espressione così alle esequie del defunto Paolo VI, come alle cerimonie iniziali del pontificato di Giovanni Paolo I — anche la presenza di delegazioni provenienti da tutto il mondo. Capi di Stato e rap-presentanti di governi (fra essi anche quelli della nostra Patria) hanno preso parte a questi importanti avvenimenti.
Il successore di S. Pietro
Il Papa, nella sua qualità di vescovo di Roma, è l successore di S. Pietro, del quale eredita il primato nella Chiesa di Cristo. A Simon Pietro il Signore Gesù disse queste memorabili parole: u Tu sci Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chie-sa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del Regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16,18-19). Queste parole del vangelo di Matteo costituiscono la promessa della vocazione e della missione particolari di S. Pietro nella Chiesa. E sebbene Simon Pietro nel-l'ora della passione avesse rinnegato tre volte Cri-sto, dopo la risurrezione il Signore riconfermò la sua missione. Il Signore Gesù volle che egli per tre volte gli assicurasse che lo amava e tre volte ripeté le parole con le quali gli affidava la missione di pastore nel suo gregge (cf Gv 21,15-17).
In virtù di questa missione Pietro, avendo il primato tra tutti gli apostoli, si recò da Gerusalemme ad Antiochia e poi venne a Roma e fu il il primo pastore di questa capitale della Chiesa. Dopo di lui per 19 secoli altri gli succedettero. L'attuale vescovo di Roma, Papa Giovanni Paolo I, è il 263° successore di S. Pietro nella sede romana. Avendo il potere delle chiavi del Regno, egli svolge la missione di vicario di Cristo sulla terra. Co-me successore di S. Pietro il vescovo di Roma è pastore di tutta la Chiesa. E quantunque — come tutti gli altri successori degli apostoli sia vescovo e appartenga al grande collegio dei vescovi della Chiesa, contemporaneamente, in quanto successore di S. Pietro, egli è posto al di sopra di tutti i ve-scovi. È il capo della Chiesa.
Per questo i cardinali che avevano eletto tra loro il papa Giovanni Paolo I, subito dopo l'elezione gli hanno reso l'omaggio e promesso l'obbedienza che gli competono. Essi hanno ripetuto questo atto la domenica 3 settembre, quando il nuovo Papa ha iniziato solennemente il suo pontificato.
L'elezione del Papa è un avvenimento impor-tantissimo per tutta la Chiesa. Tutto il popolo di Dio è unito attraverso la preghiera con i cardinali presenti al Conclave. E una volta avvenuta l'elezione esso accoglie il nuovo Papa come Santo Padre in uno spirito di fede, di carità, di venerazione cordiale e di gioia.
In questo spirito anche noi accogliamo il Santo Padre Giovanni Paolo I. Lo accogliamo come un dono nuovo per la Chiesa e per il mondo in questi nostri non facili tempi.
All'inizio del suo pontificato
Attraverso i voti dei cardinali raccolti in Con-clave il Signore Gesù ha indicato l'uomo che — dopo la morte di Papa Paolo VI — deve assumere la missione di Pietro nella Chiesa. Noi tutti, che lo conoscevamo prima che venisse eletto, dobbiamo costatare con gioia che la scelta è caduta su un uomo di profonda fede, di ardente carità, unita a una grande semplicità, umiltà e toccante modestia. Il Papa viene da una famiglia di operai e certamente fin da bambino era abituato alle condizioni della vita operaia. Le sue qualità personali lo rendono molto umano, immediato e vicino. Sul suo volto attento nell'incontro con l'altro appare facilmente il sorriso, segno di bontà e di cordialità. Contemporaneamente, già il suo primo messaggio, pronunciato nella Cappella Sistina durante la Messa concelebrata coi cardinali, all'indomani dell'elezione, ha rivelato in lui un pastore che vede tutti i problemi della Chiesa e ha un suo chiaro programma di azione. Egli vuole che la Chiesa faccia fronte ai suoi compiti verso i popoli del nostro tempo, prosegua sulle vie tracciate dai due grandi predecessori, Giovanni XXIII e Paolo VI, superi le sue debolezze interne, si mantenga fedele agli impegni che il Vangelo impone ai seguaci di Cristo: sacerdoti, religiosi e laici.
La reazione di tutto il mondo alla fine così insospettata di Papa Paolo, l'enorme interesse alle vicende del Conclave, la calda accoglienza all'attuale Santo Padre sono il segno di quanto la Chiesa sia necessaria al mondo e di quanto essa debba darsi da fare per rispondere alle attese della famiglia umana.
Non cessiamo di sostenere il nuovo Papa con le nostre preghiere. E tutti assumiamo gli impegni e i compiti che Cristo Signore pone davanti a noi, affinché insieme con lui possiamo costruire questa unità cristiana e umana il cui primo servo è proprio il rappresentante di Cristo sulla terra. Continueremo anche a pregare perché si approfondisca e si rafforzi l'opera dell'unificazione dei cristiani intrapresa con tanta fede e speranza nel periodo del Concilio Vaticano II.
La Madre della Chiesa
Papa Giovanni Paolo I è stato eletto dal Conclave il 26 agosto, e cioè proprio nel giorno in cui cade la festa della Madonna di Czestochowa. Il Conclave è durato una sola giornata e in così breve arco di tempo esso è stato coronato dall'esito che ci si attendeva.
In questo stesso giorno in tutta la Polonia e soprattutto a Jasna Góra si è pregato ardentemente
per l'elezione del Papa. Noi crediamo che queste preghiere siano state ascoltate. Nostra Signora di Jasna Góra, che noi veneriamo in modo particolare come Madre della Chiesa, ha mostrato il suo aiuto materno nella elezione di Giovanni Paolo I come lo mostrò agli sposi di Cana di Galilea e ai partecipanti al banchetto di nozze. Ed è proprio questo vangelo delle nozze di Cana che viene letto durante le celebrazioni della Madonna di Jasna Góra.
Il Santo Padre Giovanni Paolo I è a conoscenza del fatto che l'inizio del suo pontificato è caduto proprio in questo giorno e che esso si lega in modo particolare alla Madonna e a Jasna Góra, dove ogni giorno durante la Santa Messa vespertina si levano preghiere a Dio secondo le intenzioni del Santo Padre. Glielo hanno riferito i due cardinali polacchi che parteciparono al Conclave: il Primate di Polonia e Il Metropolita di Cracovia. Ringraziando per le preghiere della Chiesa polacca, egli ha chiesto di continuare a pregare, si è raccomandato alle nostre preghiere. È vero che da vescovo e da cardinale egli non è mai stato nella nostra Patria, ma non per questo egli è meno legato a noi. E grazie al fatto che l'elezione è caduta nel giorno della festa della Madonna di Czestochowa, egli si è legato in modo particolare con la Madre della Chiesa attraverso la Chiesa di Polonia.
È per questo che in un nuovo incontro che ho avuto con lui, ho potuto dire a Papa Giovanni Paolo I queste parole: e Ringraziamo Dio, rin-graziamo la Madonna e — ho aggiunto — ringraziamo S. Stanislao », informandolo delle imminenti celebrazioni per il 900° anniversario del nostro santo Patrono.
Come abbiamo fatto con i suoi venerabili predecessori, così noi accompagneremo anche il San-to Padre Giovanni Paolo I con la nostra preghiera quotidiana. Essa è cominciata il giorno in cui per la prima volta durante la santa Messa è stato pronunciato il suo nome.
La Chiesa di Cracovia e soprattutto la stessa città di Cracovia festeggerà l'elezione del nuovo Papa il 17 settembre alle ore 12, durante il pellegrinaggio al santuario della santa Croce a Mogila-Nowa Huta. Certamente, infatti, colui che ha preso sulle sue spalle la missione di Pietro, la responsabilità pastorale per tutta la Chiesa, ha preso sulle sue spalle anche il peso della croce.
Desideriamo essere con lui fin dall'inizio del suo cammino, perché sappiamo che questa croce — la croce del Papa — fa parte del mistero della salvezza del mondo che si è compiuto in Gesù Cristo.